Pubblicato il rapporto della casa bianca su big data

Un anno fa il Presidente Obama aveva chiesto una analisi approfondita sul rapporto tra big data e la privacy, su come le nuove tecnologie e di come questa tecnologia stia cambiando l’economia e la società. Lo scopo di questa analisi era di meglio comprendere cosa ci sia di nuovo nel fenomeno di big data, per valutarne le opportunità, allo stesso tempo minimizzando i rischi per la privacy. Il rapporto (disponibile su http://www.studiozallone.it/view/law/213) è stato pubblicato recentemente ed offre una panoramica completa del fenomeno di big data oltre a formulare diverse, interessanti proposte. TESTO Pubblicato il rapporto della Casa Bianca su Big Data Un anno fa il Presidente Obama aveva chiesto una analisi approfondita sul rapporto tra big data e la privacy, su come le nuove tecnologie e di come questa tecnologia stia cambiando l’economia e la società. Lo scopo di questa analisi era di meglio comprendere cosa ci sia di nuovo nel fenomeno di big data, per valutarne le opportunità, allo stesso tempo minimizzando i rischi per la privacy. Lo studio ha osservato come la continua discesa dei prezzi nel campo delle tecnologie di storage e di elaborazione, unita alla disponibilità di nuove fonti di informazioni (sensori, video camere, tecnologie di riconoscimento facciale e/o vocale, ecc) implica che la raccolta di dati sia praticamente costante e che sia possibile svolgere in maniera quasi istantanea l’analisi dei dati. In questo scenario, pur essendovi tecnologie promettenti che potrebbero consentire una adeguata tutela della privacy, lo studio ha concluso che tali tecnologie non sono ancora perfezionate e che, comunque, da sole non possono servire se non sono accompagnate da un forte impianto normativo a tutela della riservatezza. D’altra parte big data offre opportunità enormi per quanto riguarda la semplificazione ed il miglioramento dei servizi pubblici, l’istruzione, per la ricerca (ed in particolare la ricerca medica), oltre che per combattere il crimine organizzato. In questo scenario il rapporto formula una serie di proposte: prima di tutto quella della approvazione di due leggi fondamentali: una legge federale sui data breach e quella sulla privacy (di cui abbiamo riferito nella nostra News n. 8), fare in modo che i dati personali della vita scolastica ed accademica degli studenti siano usati solo per scopi inerenti la istruzione (al fine di evitare discriminazioni di qualsiasi natura), ed assicurare che la protezione digitale dei dati sia allo stesso livello della protezione fisica. L’ultima parte dello studio è dedicata ad un aspetto fondamentale i dati come risorsa pubblica. La disponibilità di informazioni è un fattore economico fondamentale, per cui occorre aumentare la policy e le prassi di open data, per fare in modo che tutti possano beneficiare della accresciuta disponibilità di informazioni. Il rapporto conclude ricordando come non si possa tornare indietro, e come big data possa essere (ed in parte sta già) utilizzato per aiutare la medicina, per consentire risparmi alla pubblica amministrazione e come sia fondamentale nella crescita dell’economia. Big data, piaccia o no, è ormai parte integrante del mondo in cui viviamo.

http://www.studiozallone.it/view/law/213

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