Venerdì 27 Febbraio la amministrazione Obama ha presentato un progetto di legge a tutela della privacy, con lo scopo dichiarato di permettere un maggiore controllo sul modo in cui dati personali vengono raccolti ed utilizzati. Bisogna tenere presente che negli Stati Uniti non esiste una legge sulla privacy in sé e per sè, come la conosciamo noi in Europa, ma varie norme settoriali (sanità, credito al consumo, telecomunicazioni, ecc); la norma proposta dalla amministrazione (Consumer Privacy Bill of Rights) tende a fare da ponte tra tutte queste normative. Si tratta, per ora, di una bozza di discussione che, malgrado ciò, ha causato reazioni contrastanti in quanto prevede che le aziende si dotino di un proprio codice di autoregolamentazione, rendendo così trasparente ai consumatori come sono utilizzate le informazioni da ciascuna azienda. La reazione da parte delle associazioni dei consumatori è stata immediatamente negativa: è illusorio affidarsi a codici di autoregolamentazione da parte di quei soggetti che si sono sempre opposti ad una legge sulla privacy, sostengono. L’altro oggetto del contendere è dato dal rischio, paventato da alcuni, che questa norma possa, attraverso il meccanismo dei codici di autoregolamentazione, finire per garantire meno protezione di quanta non ne sia garantita ora, soprattutto dalle leggi statali che, in alcuni casi, richiedono il consenso individuale pre effettuare alcune operazioni di trattamento (cosa non prevista dalla bozza che, essendo una legge federale, avrebbe valore prevalente rispetto a quella statale). Positivo, invece, il primo commento da parte della Microsoft che, in persona del suo Chief Privacy Officer, Brendon Lynch, ha dichiarato che si tratta di “un buon punto di partenza per iniziare una discussione”, sostenendo che comunque una legge in materia garantirebbe maggiore protezione rispetto a come le aziende trattano i dati delle persone. In ogni caso, gli osservatori sostengono che sarà molto difficile far approvare una legge sulla privacy da un parlamento (Camera dei rappresentanti e Senato) entrambi a maggioranza repubblicana. In ogni caso, sarebbe la prima volta che il Congresso USA si troverebbe a dibattere una norma in materia di privacy. Anche se questa proposta non dovesse passare, potrebbe comunque aprire la strada ad ulteriori proposte più avanti nel tempo. Personalmente sono alquanto scettico sulla possibilità che una legge del genere possa essere approvata. Negli Usa si è sempre sostenuto che la sicurezza nazionale deve prevalere sulla privacy (in quanto, secondo i sostenitori di questa tesi, più privacy equivale a meno sicurezza). In un paese in cui è ancora molto forte e presente lo schock per gli attentati dell’undici settembre, i tempi non sono ancora maturi, anche se questo è un primo passo molto significativo.
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