La Corte di Cassazione belga ha emesso nei confronti di Yahoo una sentenza destinata ad avere riflessi molto importanti, ordinando a Yahoo di fornire i dati richiesti da un PM, indipendentemente dal luogo dove sono fisicamente archiviati i dati. I fatti sono i seguenti: la magistratura belga stava indagando su una serie di episodi criminosi (truffe commesse su Internet); nel corso delle indagini il PM aveva presentato a Yahoo la richiesta di fornire alcune informazioni. La richiesta era stata respinta in quanto i dati, secondo Yahoo, erano archiviati nei server negli Stati Uniti, eccependo quindi la mancanza di giurisdizione da parte delle autorità del Belgio. Ne era seguita una condanna ad una multa di 44.000 euro per il rifiuto di fornire i dati. Decidendo sul ricorso presentato da Yahoo, la Cassazione belga ha stabilito che i dati, a differenza delle merci, devono essere gestiti secondo le regole dove viene fornito il servizio, obbligando quindi il colosso americano a fornire le informazioni richieste, oltre a confermare la multa. Allo stato i grandi colossi USA (Google, Yahoo, eBay, World Press, etc) si rifiutano di rispondere a qualsiasi richiesta di informazioni, eccependo per l’appunto la mancanza di giurisdizione (vedi il caso Vividown, dove per ottenere i dati custoditi in un server irlandese si dovette fare ricorso, non senza ostacoli, alla rogatoria internazionale).
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